Nel 2022 il viaggiatore vuole farsi sorprendere. Ecco come e perché
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Nel 2022 il viaggiatore vuole farsi sorprendere. Ecco come e perché

Gli analisti sono concordi nel vedere un settore in ripresa nonostante le incertezze, mentre i sondaggi tra i viaggatori suggeriscono un forte desiderio di “recuperare il tempo perso”. 

Quale sarà davvero l’andamento dell’industria turistica nel 2022? Nonostante le incertezze determinate da alcune varianti, la maggior parte degli analisti di settore mantiene previsioni sostanzialmente positive grazie all’effetto compensatorio del turismo di prossimità, alla crescente offerta di turismo sicuro con soluzioni all’aria aperta e nella natura e, soprattutto, grazie al ritmo elevato delle campagne vaccinali in molti Paesi. Inclusa l’Italia. Dove, ai primi di dicembre, oltre l’88% degli adulti ha ricevuto almeno una dose, più dell’85% ha completato il ciclo vaccinale e il 61% circa degli adulti potenzialmente interessati ha già ricevuto anche la terza dose.

 

 

L’Italia in pole position

 

A sbilanciarsi è nientemeno che l’OCSE: sulla base degli ottimi dati dell’estate 2021, l’organizzazione che riunisce le economie più sviluppate del mondo stima che l’Italia chiuderà con a meno 30-35% rispetto ai livelli pre-Covid, un deciso recupero sul 2021. Il 2022 si dovrebbe chiudere all’incirca sugli stessi livelli del 2019, anticipando di un anno le previsioni precedenti sul completo recupero.

 

Secondo un analista noto per le sue pubblicazioni scientifiche quale Euler Hermes, l’Europa potrebbe assistere a una ripresa più veloce degli USA e dell’Asia, con 771 milioni di arrivi previsti nel 2024, più del triplo rispetto al minimo storico toccato nel 2020. Per l’Italia, sono attesi oltre 26 milioni di arrivi dall’estero nel 2021 e quasi 37 milioni nel 2022. Le previsioni della società sono quindi più prudenti di quelle dell’OCSE (nel 2019 gli arrivi sono stati oltre 64 milioni), ma restano positive. Grazie alla campagna vaccinale, Euler Hermes stima che già nel 2021 siano andati in vacanza circa 42 milioni italiani (il 70%), di cui il 66% è rimasto nel Belpaese, in particolare in Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana.

 

 

I big data tracciano le tendenze

 

Dai dati raccolti dalle OTA emerge non solo una conferma di questo recupero, ma anche qualche interessante trend. Secondo un sondaggio di Booking, ad esempio, uno dei trend più forti sarà il viaggio come fonte di benessere: lo è per il 79% dei rispondenti. E, dopo, una lunga “astinenza”, tre quarti dei viaggiatori (75%) affronterà la prossima vacanza “come fosse la prima volta”, apprezzando l’esperienza del viaggio in sé. Per quanto le destinazioni di prossimità continuino ad essere apprezzate, il 60% degli intervistati andrà in vacanza per conoscere gente nuova e il 62% è pronto ad affrontare l’imprevedibilità con il supporto del digitale.

 

Anche secondo una ricerca Expedia oltre un terzo dei i viaggiatori (36%) è più pronto ad abbracciare l’imprevisto e vuole compensare i tanti viaggi rimandati o cancellati trattandosi bene con la “vacanza della vita” (43%). Si conferma l’appeal delle attività all’aperto: al 24% piace l’idea di dormire sotto le stelle, al 17% di fare immersioni e al 13% di fare trekking.