Turismo alla prova del new normal
Osservatorio - Il Sole24ORE

Turismo alla prova del new normal

Il 2020 passerà alla storia come l’anno della pandemia da Covid-19, catastrofe che oltre a mietere vittime, ha messo in ginocchio l’economia del mondo. I settori più colpiti sono stati quelli legati al turismo, ai viaggi, alla ristorazione, che hanno risentito delle severe misure di restrizione imposte nella maggior parte dei Paesi. Il comparto dell’ospitalità ha subito un gravissimo contraccolpo, ma al tempo stesso anche la spinta per ripensarsi e reiventarsi. I grandi tour operator hanno iniziato a proporre viaggi a stretto raggio, focalizzando l’attenzione su piccoli borghi e località meno conosciute. E’ stata ovviamente posta grande attenzione sulla sanificazione delle strutture e sui protocolli di sicurezza. La digitalizzazione, intanto, sta facendo passi da gigante anche in tale comparto, permettendo di intrecciare commistioni fra realtà e web.

Dopo un 2020 da dimenticare, il 2021 sarà molto probabilmente un anno di transizione: le vaccinazioni di massa dovrebbero consentire un progressivo miglioramento del turismo. Tuttavia la strada è ancora stretta, con la maggior parte dei Paesi che nel primo scorcio dell’anno stanno introducendo nuovi lockdown e restrizioni per far fronte al dilagare dei contagi.  E’ prevedibile, dunque, che anche nell’anno in corso saranno privilegiate vacanze all’interno dei confini nazionali, con partenze ravvicinate e ferie più brevi, ricerca di sicurezza e assistenza.

 

Consumi del travel a picco nel 2020

L’anno appena concluso ha accusato un crollo drammatico dei consumi, che ha messo in ginocchio soprattutto alcuni settori come quelli del turismo e della ristorazione. Una fotografia sull’andamento dei consumi può rendere l’idea anche del conto pagato dai grandi tour operator, che hanno dovuto confrontarsi con flussi turistici crollati quasi completamente. Secondo i dati dell’Osservatorio permanente Confimprese-EY, in Italia i consumi del 2020 sono scivolati del 38,9% rispetto a quelli del 2019, con un calo del 67,1% a novembre e del 46,6% a dicembre rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. La ristorazione, in base allo studio, ha pagato un prezzo altissimo, accusando un crollo del 66,8% in dicembre e del 46,8% per l’intero 2020. Peggio ancora è andato il comparto del Travel, ossia il comparto dei consumi legati ai flussi turistici, con un crollo del 67,2% nel mese di dicembre e del 59,7% in tutto l’esercizio. L’abbigliamento e il non food hanno registrato ribassi del -45% a dicembre e del 38,3% su anno, e del -29,3% e del 26,9% l’altro. Lo studio ha inoltre analizzato l’andamento dei consumi anche nelle principali città italiane, mettendo in evidenza che Venezia, città del turismo per antonomasia e icona dell’arte nel mondo, ha subito un collasso del 62,4% nel mese di dicembre e del 46,9% in tutto il 2020.  Non è andata troppo meglio a Firenze, altra città vocata al turismo che lo scorso dicembre ha subito un crollo del 59,6% dei consumi. Seguono Reggio Emilia -57,1%, Genova -55,6%, Verona -55,5% Parma -53,6%, Bologna -53%. Con perdite inferiori al 50% troviamo Roma -45,8%, Palermo -45,6%, Milano -40,3%, Napoli -38,3%, Torino -38,2%. L’andamento dei consumi, soprattutto quelli legati al Travel, scatta una fotografia che rivela lo stato dell’arte di tutto il settore dell’ospitalità, alle prese con gli effetti più pesanti della pandemia.

 

In Europa si pensa al post Covid e si chiede aiuto ai Governi

La situazione è allarmante in tutta Europa. I dati dell'Ufficio statistico europeo, Eurostat, hanno evidenziato che nella prima fase della pandemia, nel periodo gennaio-settembre, il calo peggiore nell’attività dei servizi è stato quello registrato da hotel e ristoranti. Secondo le stime di Hvs, società di consulenza del comparto dell’ospitalità, sempre nel periodo gennaio-settembre, il ricavo per camera è crollato fino al 90% negli hotel rimasti aperti. Un calo del genere non era mai stato registrato in Europa, neppure a seguito della crisi finanziaria globale del 2008-2009 e neppure dopo degli attacchi terroristici in Europa. Anche se la situazione è difficile, il settore inizia comunque a guardare al futuro e ad organizzare le riaperture nel mondo post-Covid. A novembre Hotrec, l’associazione europea di alberghi, ristoranti e caffé, insieme all’Effat, il sindacato europeo per l'alimentazione, l'agricoltura e il turismo  ha delineato una tabella di marcia per ricostruire il settore dopo il Covid. Le due organizzazioni hanno invitato i Governi a includere l'ospitalità-turismo come una delle massime priorità nei piani nazionali che i Governi stanno elaborando in vista dell’arrivo dei fondi di stimolo  'Next Generation EU'. Del resto è stato sottolineato che sarà fondamentale garantire non solamente la sopravvivere delle aziende, ma sostenere gli investimenti di lungo termine del settore, in modo da dare alle singole aziende gli strumenti per affrontare le nuove sfide. Oltre a un sostegno mirato con i fondi dell'Unione Europea, è inoltre stata suggerita anche una  riduzione dell'IVA per il settore dell’ospitalità, misura che consentirebbe alle aziende di mantenere il flusso di cassa e la flessibilità di investire.

 

Alpitour reagisce con nuove proposte

Alpitour, la più importante e poliedrica realtà turistica italiana, prova a reagire alla crisi ideando nuove soluzioni. «Il turismo si è trovato di fronte a una situazione drammatica e inedita, uno spartiacque che segnerà per sempre un prima e un dopo nel mondo dei viaggi», ha commentato Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato di Alpitour World (https://www.alpitour.it/). Il gruppo, in ogni modo, ha cercato di riorganizzarsi sin da subito. «Come primo gruppo turistico in Italia, ci siamo trovati a rimodulare velocemente il nostro business, cogliendo opportunità ove possibile e riscoprendo quanto proattività, flessibilità e creatività facciano parte della nostra storia e del nostro DNA. Così da realtà volta principalmente all’outgoing, abbiamo potenziato i viaggi nel nostro Paese, puntando su un’offerta destrutturata che possa incontrare le nuove esigenze delle persone: ossia proposte ibride, viaggi di prossimità, partenze ravvicinate a causa dell’incertezza, ferie più brevi e spesso unite allo smart working», ha spiegato il numero uno di Alpitour World, che ha inoltre sottolineato anche l’importanza della ricerca di sicurezza e assistenza, oltre che della flessibilità e attenzione all’ambiente. «A partire da queste considerazioni – ha detto ancora Burgio - è nata ITPARADE, una collezione che raccoglie soluzioni di viaggio dedicate al nostro Paese, riformulabili a seconda delle esperienze che si vogliono vivere». Il progetto è stato lanciato l’anno scorso e si propone di celebrare l’Italia in ogni sua forma. In pratica il gruppo organizza nel Belpaese weekend tematici con attività tipiche del luogo e digressioni culturali e storiche, itinerari in libertà o guidati e indirizzati da esperti a disposizione anche via app e whatsapp, tour in bike con degustazioni, visite a luoghi di interesse e soste strategiche. «Sembrerà banale, ma il valore di questi viaggi risiede nell’unione fra un’organizzazione flessibile e un’assistenza costante, tipica della nostra realtà e basata su know how, sicurezza e protocolli ben definiti». Alpitour, facendo leva su tali soluzioni, si propone di sviluppare ulteriormente l’incoming verso l’Italia, «portando sostegno a tutto il sistema turistico nazionale», ha dichiarato ancora il manager, secondo il quale, però, sarà necessario aspettare fino al  2022 per avere il vero anno di rinascita. In ogni caso il gruppo non si ferma: «raccoglieremo ancora molti elementi nei prossimi mesi, perfezioneremo le formule di workation e staycation, oltre a immaginarne di nuove» ha asserito Burgio, preannunciando che Alpitour sta preparando anche un nuovo filone: quello delle visite degli appassionati agli stabilimenti di fabbriche storiche o innovative, per comprendere meglio come funzionano alcuni dei giganti del nostro tempo. «La voglia di futuro c’è ed è forte: abbiamo allargato il campo d’azione e diversificato, accogliendo i desideri delle persone. Del resto, su una cosa siamo tutti concordi: niente e nessuno ci toglierà mai la voglia di partire ed esplorare», ha concluso.

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